lunedì 6 maggio 2013

liste pubbliche di collocamento e welfare

Questa proposta è iniziata a circolare in rete - è aperta a dibattito e contributi di perfezionamento -

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Ai fini dell’applicazione degli articoli 1, 4 e 38 della Costituzione italiana sono istituite presso i centri di impiego regionali e provinciali le liste di collocamento al lavoro con carattere obbligatorio e pubblico.
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Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può iscriversi, a seconda delle sue capacità professionali,  alle liste di collocamento e come minimo a tre tipologie di mansioni, oltre a una di generica adesione a lavori di pubblica utilità e assistenza predisposti dal Comune di appartenenza e comuni vicinori. Sono da considerare cittadini in stato di disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo indeterminato, determinato, a progetto e in qualsiasi altra forma; tutti i cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro autonomo.

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Tutte le ditte private che assumono sono obbligate ad assumere tramite le liste di collocamento pubbliche per almeno il 70% delle assunzioni, sia per le assunzioni a tempo indeterminato e sia per le assunzioni a tempo determinato. Tutti gli organismi pubblici sono obbligati ad assumere tramite dette liste per il 100% delle assunzioni a tempo indeterminato e determinato, tranne per i posti soggetti a concorso pubblico.

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 Tutte le ditte private che dimostrano di assumere per il 70% tramite le liste di collocamento pubbliche potranno detrarre gli emolumenti corrisposti a questi lavoratori dalla base imponibile IRAP.
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Le assunzione avverranno sulla base delle seguenti priorità: carichi di famiglia e precedenza per maggior tempo di attesa in collocamento.
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 Durante il tempo di attesa verrà riconosciuta una indennità di disponibilità al lavoro di 20 euro al giorno a carico dello Stato  esente da ogni tassazione e tributo. Ai fini previdenziali e pensionistici i periodi di permanenza di iscrizione alle liste di collocamento sono riconosciuti come lavoro effettivo.
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 Il centro di impiego comunicherà al lavoratore in disponibilità il primo lavoro disponibile e il lavoratore sarà obbligato a prendere servizio. La mancata presa di servizio viene a comportare la cancellazione dalle liste per mesi tre e la sospensione dell’indennità per lo stesso periodo.
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 Durante il periodo di permanenza in disponibilità i Comuni possono utilizzare gli iscritti alle liste per lavori socialmente utili. In tal caso i comuni provvederanno a pagare al lavoratore altri 20 euro per l’effettiva utilizzazione giornaliera.
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 Ai fini del finanziamento di questi dispositivi vengono sospese tutte le pensioni superiori a 5.000 euro netti mensili e tutti gli emolumenti pubblici del personale in attività  non potranno  superare il doppio di tale riferimento;  in caso di mancata capienza finanziaria si farà riferimento ad un tributo di scopo con carattere solidale,  proporzionale e progressivo,  e con vincolo di destinazione al solo finanziamento degli oneri derivanti da questi dispositivi. 

questa proposta è stata inserita inizialmente sul blog lacrisi2009 il 30 aprile 2013 ricevendo commenti e condivisioni
http://www.lacrisi2009.com/2013/04/a-partire-dal-1-maggio-2013.html

é stata inserita anche sui seguenti blog
http://vocedivento.blogspot.it/2013/04/un-lavoro-da-sogno.html

http://ideateatro.blogspot.it/2013/04/se-in-qualche-modo-condividete.html#axzz2SEsGtaAO

http://pietro-gattonero-pietro.blogspot.it/2013/04/affinche-primo-maggio-sia.html

http://beppedeleonardis.blogspot.it/2013/04/dal-1-maggio-2013-iscrizione.html

ha ricevuto commenti e condivisioni su facebook e su google +
a seguito di alcuni interventi è stata leggermente modificata ai punti 1,2,e 9
- fra alcuni giorni il testo definitivo sarà inviato al Ministro del lavoro tramite Raccomandata Ricevuta Ritorno e via mail
SI PREGANO TUTTI COLORO CHE LA CONDIVIDONO DI FARLA CIRCOLARE E DI INVIARLA AD ESPONENTI POLITICI, SINDACALI e ad ASSOCIAZIONI e GRUPPI CULTURALI

Commenti pervenuti sul blog la crisi 2009 a su questa proposta

10 COMMENTI:

  1. io te lo firmo subito questo programma, il problema è che ce lo condividamo tra di noi, come capita per la maggior parte dei nostri post! un saluto
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  2. T'ho creduto almeno fino alla metà di questo post, Francesco. Faccio mio il tuo post per riportare a chi leggerà il senso della normalità perduto. In fondo che hai scritto di così campato per aria? Nulla, è solo giustizia e buonsenso.
    Ciao.
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  3. D'accordo con Antonio, ma l'ho pubblicato ugualmente. Ciao!
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  4. Mi sa tanto di utopia.
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    1. in qualche paese europeo è normalità
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  5. Dovresti dirmi, Francesco, in quale paese europeo è normalità. Germania?
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    1. Il reddito minimo esiste con diverse tipologie in diversi paesi europei tranne in Italia e in Grecia. Anche in Inghilterra esistono centri di impiego con un assegno di disoccupazione. Non so se tutto funziona bene i quei paesi ma sicuramente un po' meglio che da noi.
      In Italia esistevano le liste di collocamento pubbliche e invece di migliorarle e renderle efficienti sono state cancellate. Aspettare un lavoro che si può non trovare per un tempo indefinito fa aumentare la disperazione in modo esponenziale. Un ordine sul mercato del lavoro verrebbe a contrastare il dilagante lavoro nero in Italia, lavoro nero ed evasione fiscale vanno di pari passo.
      Il costo dell'operazione non è facilmente definibile ma può essere ancorato ad una tassa di scopo, una forma di assicurazione obbligatoria a tutela della disoccupazione con vincolo di destinazione. Avrebbe un effetto positivo sulla domanda dei beni e sui consumi, allontanerebbe dalla criminalità e dalle mafie che stanno diventando datrici di lavoro. A conti fatti farebbe risparmiare perché gli attuali costi del disastro sono più elevati.
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  6. Da condividere in toto, senza peraltro ignorare la «furberia» tipicamente italiana, quella che consente a falsi invalidi di percepire pensioni e accompagno per anni e anni, prima di venire, talvolta casualmente o su delazione, scoperti. E non mi risulta che qualcuno sia finito mai nelle patrie galere; come non ci finiscono quelli che stabiliscono le invalidità fasulle.
    Ovvero di continuare a percepire, anche qui per anni, pensioni di persone decedute.
    I 20 euro che tu proponi farebbero gola a tutti, e la possibilità di averli, pure esentasse, sarebbe occasione ghiotta per chiunque.
    Più che questo, credo sia più utopica la speranza che i centri per l'impiego tornino ad essere quello per cui sono stati creati.
    Firmo, così come firmo tutti i sogni.
    Ciao.
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  7. Non posso che esprimere tutta la mia più calda solidarietà alla tua istanza solidaristica e il mio più forte auspicio a ciò che si compiano poderosi passi lungo la strada da te indicata!
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    COMMENTI PERVENUTI  SUL BLOB VOCE DI VENTO
  8. Posso suggerire una postilla, da aggiungere all' ottima proposta di Zaffuto, che condivido in pieno ?

    Postilla: "Anche i lavoratori autonomi debbono essere considerati esseri umani e, nel caso di un piccolissimo imprenditore in proprio, di un rappresentante, di un negoziante o di un artigiano che siano rimasti senza lavoro, avranno diritto, come tutti i dipendenti diretti, alle iscrizioni alla lista dei disoccupati, alla mutua ed ad un minimo di cassa integrazione". Oggi come oggi chi chiude la partita Iva, per mancanza di lavoro, anche con moglie e figli a carico, non ha diritto neppure al rispetto degli pseudo-sindacalisti della Confcommercio e della Confesercenti.

    Scusate, ma conosco il problema più profondamente di quanto pensiate, e fremo di sdegno ogni volta che ci penso. Saluti a tutti !
    Saluti a tutti.
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    1. Purtroppo è un luogo comune, suggerito per le loro campagne dai sindacati, credi. Se avessi inserito anche i professionisti, che avresti detto ? Vedi, io sono stato un autonomo, da sempre. Allo Stato non ho mai chiesto nulla, ho sempre dato. Quando facevo consulenze all'estero pagavo due volte, all'estero ed in Italia, ma allora ti restava di che vivere. Un dipendente, se lavora, almeno 1.200 euro puliti li porta a casa. Sai cosa porta a casa un rappresentante che guadagni 10.000 euro al mese ? Ci sono spese non documentabili che portano via il 20 % del reddito (parcheggi, mance ai commessi dei grossisti, aggiornamenti professionali). Sui 10.000 euro paghi tasse (55%) Inps ed Enasarco (15%, se non il 20%), usura vettura e carburante che si possono detrarre solo in parte e solo sull'importo lordo, periodi di crisi cui devi far fronte, star del credere (è una percentuale sulle perdite da rifondere alle aziende), periodi di malattia non remunerati (mica puoi vendere se hai la febbre), nessuna cassa integrazione, tassa sulla partita IVA, sulla Camera di commercio, iscrizione all' albo, multe non detraibili (divieti di sosta, in genere). Bene, se guadagni 10.000 euro al mese cambia mestiere o ci rimetterai. A questo non avevi pensato eh ?
      In vita mia ho lavorato solo con grosse aziende che non evadevano una lira, pagavano la cedolare secca e detraevano tutti i compensi che ci davano, dietro regolari fatture. Avevo tre collaboratori, una cinquantina di rappresentate, una piccola impresa in proprio e mi recavo in Francia, in Belgio, in Inghilterra e negli Usa per consulenze sulle prospettive di vendita in Italia e nel medio oriente e lo studio dei prodotti da inserire nel mercato del tessile.
      Se non avessi fatto tutto questo lavoro non avrei un centesimo, oggi, e non sono ricco. Ed ho una sola casa, la mia. Notate che, allora le tasse erano minori, di poco ma minori.
      Ora, ho un figlio architetto ed uno che fa il rappresentante. L'architetto oggi, per mangiare, deve far la spola con la Cina, perché in Italia non si costruisce un accidenti. La sua famiglia la vede col binocolo.
      Al rappresentante avevo lasciato le mie mandanti, imprese centenarie, che sono TUTTE fallite. Lui non può, con moglie e due figlie, neppure aver diritto ad iscriversi al collocamento e, se non ci fossi io che farebbe ? Certo, si rifarà, è un uomo "tosto", ma comprenderete che ci girino, quando vien fuori la barzelletta dei ricchi commercianti che hanno le medicine gratis !
      Chi fa le pulci ai negozi che chiudono ? Secondo voi se un negozio guadagna, chiude ? Ma non scherziamo.
      Che ne facciamo dei dipendenti ENEL che fanno gli elettricisti a tempo perso, dei professori che si fanno pagare le ripetizioni, degli statali, parastatali, paramedici che timbrano sei cartellini e lavorano un giorno la settimana ?
      Io sono pratico do ospedali, purtroppo. La mattina, al day hospital, sapete quanti infermieri vedo arrivare e timbrare per tre o quattro colleghi ? Tutte le sante mattine.
      Quelli descritti dall' amico Gattonero sono malviventi, non commercianti onesti. Oggi il commercio dà soltanto fame. E governi lampo. Ciao Gattonero, grazie e perdonami lo sfogo.
      Ciao Sari.
    2. Mi pareva di avere eliminato dal novero proprio i rappresentanti, che, pur non conoscendone le vicissitudini che tu qui bene descrivi, ho sempre considerato fratelli 'poveri' di me dipendente privilegiato. Quelle rare volte che mi sono trovato in attesa nella sala d'aspetto del mio medico, non ho mai sbuffato né ostacolato né criticato l'entrata dei rappresentanti di medicinali, anzi non ho esitato a difendere il loro diritto a lavorare.
      Inoltre non ho detto, di commercianti e artigiani, che dovrebbero essere eliminati dall'eventuale lista: ho solo suggerito una maggiore attenzione al loro ingresso. So anch'io che ci sono commercianti e artigiani che fanno la fame come, e forse più, dei disoccupati. Infatti la mia non voleva essere una generalizzazione; ho solo considerato la vicinanza al mio piccolo vissuto di situazioni aberranti.
      Ciao, grazie a te per l'intervento, e un saluto a chi ci ospita.
  9. A testimonianza di presenza e lettura
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    1. Insomma, hai timbrato il cartellino, Massimo. :)))))))))))))
      Ciao!
  10. Postilla sacrosanta!!!
    Francesca
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    1. Di questo argomento so veramente poco, Francesca, così leggo ma vi lascio parlare, contenta di questo scambio.
      Ciao!
  11. Grazie Sari per avere iniziato questo dibattito. Trovo molto importanti le riflessioni in questo post. Ho visto il suggerimento chiamato postilla, pensavo che la seconda frase fosse comprensiva di tutti i lavoratori in stato di disoccupazione, comunque è meglio specificare, e per questo il secondo punto della bozza l’ho modificato in questo modo:
    "Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può iscriversi, a seconda delle sue capacità professionali, alle liste di collocamento e come minimo a tre tipologie di mansioni, oltre a una di generica adesione a lavori di pubblica utilità e assistenza predisposti dal Comune di appartenenza e comuni vicinori. Sono da considerare cittadini in stato di disoccupazione: tutti coloro che hanno perso un precedente lavoro a tempo indeterminato, determinato, a progetto e in qualsiasi altra forma; tutti i cittadini che cercano il lavoro come prima collocazione; tutti i cittadini che hanno chiuso una partita IVA per l’impossibilità di esercitare un lavoro autonomo."
    Ho letto il dibattito nei commenti sul lavoro autonomo; non possiamo fare semplificazioni, tra i lavoratori autonomi ci sono i ricchi, quelli che se riescono a viverci modestamente e i poverissimi. Le regole applicative per fare pagare le tasse ai ricchi vanno bene e vanno potenziate, ma è necessario anche un qualche aiuto per non fare chiudere l’attività ai poveri. C’è anche da considerare che le grandi imprese della distribuzione hanno avuto grandi vantaggi nel loro insediarsi nel territorio nazionale facendo chiudere tanti piccoli esercenti. Il lavoro autonomo nelle diverse tipologie è una forma di occupazione per il lavoratore autonomo e può creare altro lavoro dipendente, vanno studiate tutte le possibilità per svilupparlo.
    La bozza è solo di riferimento per dare qualche rimedio ai livelli più elevati di disperazione nella ricerca del lavoro, non è certo esaustiva per creare lavoro e andrebbe accompagnata da altre proposte per lo sviluppo del lavoro.
    Ma cosa fare di questa proposta iniziale? Continuare nella raccolta adesioni? Inviarla al Ministro del Lavoro? Sono tutti dubbi che in questo momento mi assillano. Al momento ho messo su un altro blog dove raccogliere tutti gli interventi su pane e lavoro e questo è il suo link http://creapaneelavoro.blogspot.it/
    Saluti.
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