domenica 28 dicembre 2014

Gli statali e la strana uguaglianza nei licenziamenti

Avanza il Jobs Act in modo alquanto strano:  l’argomento chiave che doveva essere quello di assumere si è trasformato nell’argomento chiave di licenziare. I nuovi assunti del settore privato (se ci saranno)  avranno meno garanzie di conservazione del posto e le imprese,  adducendo motivazioni economiche,  potranno licenziare senza tante preoccupazioni  di ricorsi al Giudice.  Si comincia a prospettare l’ipotesi di allargare le nuove regole sul licenziamento anche ai lavoratori statali (ipotesi fino ad ora solo  prospettata perché il Governo dice che deve essere il Parlamento a decidere in merito).
 Ci sono degli strani amanti dell’uguaglianza che vorrebbero portare tutti i lavoratori allo stesso stato di degradazione e che sostengono che gli statali sono dei privilegiati ed è giusto sarebbe sottoporli alla pratica del licenziamento. Ma il datore di lavoro Stato non è la stessa cosa di un’impresa:  l’impresa ha un suo limite territoriale e può avere anche un limite temporale, l’impresa può avere difficoltà economiche che possono portarla alla chiusura; lo Stato con i suoi enti di decentramento  è pur sempre un ente unico,  non ha un limite temporale, è un ente che dura nel tempo, non ha un limite spaziale, il suo spazio coincide con il territorio della nazione, non può chiudere,  perché se lo Stato fallisce e chiude vuol dire che siamo alle porte di un capovolgimento catastrofico di immane portata. Allora finiamola di cianciare sull’ipotesi di licenziamento degli statali; i lavoratori in sovrannumero in un settore possono essere trasferiti sul piano territoriale o per modifica di mansioni, il problema di licenziamento non esiste, al massimo possono esistere le dimissioni dello statale che non accetta il trasferimento. Parlare di licenziamento degli statali è solo un esercizio di cattiveria ammantato di uguaglianza.
28/12/14 francesco zaffuto
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Immagine – vaso greco – Procuste giustiziato da Teseo. Procuste,  per un suo strano senso dell’uguaglianza,  sottoponeva malcapitati passanti a particolari sevizie, li metteva su un letto e se troppo bassi li stirava a forza, se troppo lunghi gli amputava i piedi che sporgevano dal letto.  http://it.wikipedia.org/wiki/Procuste

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