martedì 15 dicembre 2015

Disoccupati: un problema con il Presepe


Un problema con il Presepe

Sto provando a fare il Presepe.
Sopra sistemo
il cielo di carta blu scura e stellata
e sotto una capanna malandata
nell’antico uso che l’interno
si possa vedere dall’esterno
alla faccia del freddo dell’inverno.
Sulle tegole,
se reggono !?
ci metto, a traccia della via,
una stella che lascia la scia.
E dentro la capanna asino e bue,
stretti tra la paglia tutte e due,
e poi proprio li vicino,
ci piazzo una culla
con padre, madre e Bambino.
E verso la capanna in fila
e di lato e di fronte,
una massa pastori
e tante pecore sparse in paesaggio,
e neve e alberi e luci
e case di cassette di cartone.
Così con case davanti e case fuori mano
posso  fare un  presepe napoletano,
ogni figura ha giusto il suo mestiere:
il calzolaio, il postino ed il barbiere,
la portatrice d’acqua e il ferraiolo,
c’è pure un tassinaro e un legnaiolo.
Trovo uno spazio anche per il porcaio
e vicino ci sistemo il macellaio.
E per non far torto a nessuno,  l’ortolano
che vende la cicoria al vegetariano
In chiusura a sinistra
con l’ultimo cartone faccio un casalino
e ci metto un oste che versa il vino
al sindaco che con fascia tricolore
si fa una bevuta con il questore
In chiusura a destra
sotto i palmizi
cammelli, Re Magi, frati e suore.
Ho finito.
Ma mi sorge un problema di cuore!
Poiché tutti i posti sono assegnati,
dove li posso mettere i disoccupati?

(Poesia che Francesco Zaffuto  leggerà nel corso
inserita qui con una foto giorno/notte di un Presepe in un angolo di casa – La stessa poesia è stata inserita sul blog Arpa eolica http://arpaeolica.blogspot.it/ )

2 commenti:

  1. Nel presepe, un luogo dove persino il cielo è in fermento, non c'è posto per il disoccupato. In mezzo a tanta operosità, stonerebbe e verrebbe tacciato di oziosità: il nullafacente lo chiamerebbero e sarebbe come nota stonata fra perfetti accordi.
    Buon Natale, Francesco, ti vedrei bene come figura del presepio... saresti colui che grida: "svegliatevi".

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    1. Grazie Sarì per il tuo saluto. E' difficile ma voglio ancora nutrire qualche speranza.

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