Un augurio di Buon anno per tutti, proprio per tutti
sabato 31 dicembre 2016
venerdì 30 dicembre 2016
Legittimo perbacco, licenziare per aumentare i profitti
Siamo di fronte ad una cosiddetta evoluzione del pensiero
giuridico in materia di lavoro.
La Corte di Cassazione, con la sentenza
n. 25201
depositata il 7 dicembre 2016 (segnalata dal quotidiano ItaliaOggi), scrive una
nuova pagina nel campo del diritto del lavoro e destinata a fare giurisprudenza. La Cassazione è intervenuta sul caso di un
dipendente messo alla porta dall'azienda dove lavorava, dopo due sentenze tra
di loro in contrasto. Il giudice di primo grado aveva stabilito che il
licenziamento era legittimo in quanto "effettivamente motivato
dall'esigenza tecnica di rendere più snella la catena di comando e quindi la
gestione aziendale". Giudizio ribaltato in appello , dove il giudice aveva
ritenuto illegittimo il provvedimento in quanto non era stato motivato dalla
necessità economica e dalla presenza di eventi sfavorevoli, ma essendo stato
"motivato soltanto dalla riduzione dei costi e quindi dal mero incremento
del profitto".
ALMAVIVA – NON è IL SINDACATO CHE LICENZIA
La sede romana
di Almaviva contact ( il call center) chiude e le lettere di licenziamento dei
1.666 dipendenti sono partite. Secondo la viceministra Teresa Bellanova:
"Purtroppo l'azienda ha avanzato difficoltà anche dal punto di vista della
tenuta della procedura e quindi ha ribadito il mantenimento dell'accordo dei
lavoratori di Napoli e il mancato accordo con Roma".
Ma vediamola la procedura:
venerdì 23 dicembre 2016
giovedì 22 dicembre 2016
Lavoro dal biologico
Una
domanda di cibo biologico in continua crescita e un’offerta che stenta a
decollare, costringendo le industrie alimentari ad approvvigionarsi all’estero.
I cereali biologici in Italia sono sempre più richiesti, ma la conversione
delle superfici coltivate procede a rilento, nonostante la redditività per
ettaro sia nettamente superiore a quella del convenzionale.
Sia perché le aziende trasformatrici hanno esigenza di creare
filiere biologiche al 100% e sono quindi disposte a riconoscere prezzi molto
alti per granelle e farine coltivate senza l’impiego della chimica di sintesi,
sia perché la politica agricola europea sostiene con interessanti incentivi le
imprese agricole che decidono di convertirsi (Il Programma di Sviluppo
Rurale (Psr) del Veneto ha stanziato 559 euro l’ettaro per la conversione dei
seminativi).
«In Italia c’è un problema culturale da superare – afferma Massimo Roncon, titolare di Agricola Grains – la stragrande maggioranza degli agricoltori è legata alle pratiche tradizionali, anche se negli ultimi anni la crescita esponenziale della domanda e gli incentivi dei Psr stanno pian piano convincendo molto imprenditori a sposare un nuovo modo di fare agricoltura, più redditizio e anche più sostenibile».
Tra le colture estensive bio più richieste ci sono il grano tenero (utilizzato per confezionare prodotti da forno e amido), il grano duro (per la pasta), il girasole (per produrre olio di semi) e la soia. Un terzo dei cereali bio italiani o dei derivati finisce all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e nel Nord Europa, con il risultato che le industrie alimentari italiane sono costrette a importare materia prima dall’estero (in particolare dall’Est Europa) per soddisfare le richieste di prodotti bio del mercato.
«In Italia c’è un problema culturale da superare – afferma Massimo Roncon, titolare di Agricola Grains – la stragrande maggioranza degli agricoltori è legata alle pratiche tradizionali, anche se negli ultimi anni la crescita esponenziale della domanda e gli incentivi dei Psr stanno pian piano convincendo molto imprenditori a sposare un nuovo modo di fare agricoltura, più redditizio e anche più sostenibile».
Tra le colture estensive bio più richieste ci sono il grano tenero (utilizzato per confezionare prodotti da forno e amido), il grano duro (per la pasta), il girasole (per produrre olio di semi) e la soia. Un terzo dei cereali bio italiani o dei derivati finisce all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e nel Nord Europa, con il risultato che le industrie alimentari italiane sono costrette a importare materia prima dall’estero (in particolare dall’Est Europa) per soddisfare le richieste di prodotti bio del mercato.
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mercoledì 21 dicembre 2016
Chi ha paura di ... 3 quesiti referendari CGIL
L'11 gennaio la Corte Costituzionale deciderà sull'ammissibilità
dei tre quesiti referendari proposti dalla Cgil. Tre proposte per cancellare la
riforma del lavoro voluta dal governo Renzi, e una scadenza che si avvicina
e che l'ormai ex premier ha già definito “una rogna” da risolvere al
più presto. Con il via libera della Consulta, l'esecutivo Gentiloni dovrebbe
fissare la data del voto fra il 15 aprile e il 15 giugno. Anche se il ministro
del Lavoro Giuliano Poletti ha ipotizzato un possibile slittamento.
Già scottata dal voto del 4 dicembre, e di fronte all’incertezza sulla reale durata del governo, però, nella maggioranza si fa anche strada l'idea di modificare in fretta il Jobs act, per rivedere almeno le norme sui voucher. Eppure le ipotesi avanzate dal sindacato di Corso d'Italia a colpi di milioni di firme, e che tanto fanno paura, si spingono oltre. I quesiti chiedono sì l’abolizione di alcuni “pezzi” della riforma del lavoro, la cancellazione dei voucher e il ritorno all’articolo 18, ma anche il ripristino delle garanzie per i contributi dei lavoratori delle ditte che subappaltano lavori.
Già scottata dal voto del 4 dicembre, e di fronte all’incertezza sulla reale durata del governo, però, nella maggioranza si fa anche strada l'idea di modificare in fretta il Jobs act, per rivedere almeno le norme sui voucher. Eppure le ipotesi avanzate dal sindacato di Corso d'Italia a colpi di milioni di firme, e che tanto fanno paura, si spingono oltre. I quesiti chiedono sì l’abolizione di alcuni “pezzi” della riforma del lavoro, la cancellazione dei voucher e il ritorno all’articolo 18, ma anche il ripristino delle garanzie per i contributi dei lavoratori delle ditte che subappaltano lavori.
Ecco
il contenuto dei tre quesiti.
1.
Voucher
Il 2015 ha visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, inventati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero. Sempre più spesso, però, attraverso l’utilizzo dei voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali.La Cgil vuole quindi cancellare i voucher “perché non combattono il lavoro nero, anzi, il loro abuso determina una sommersione anziché un’emersione del lavoro nero e irregolare”. Per questo, il sindacato chiede il referendum per l’abrogazione dei voucher usati in maniera “flessibile” ed illegittima.
Il 2015 ha visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, inventati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero. Sempre più spesso, però, attraverso l’utilizzo dei voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali.La Cgil vuole quindi cancellare i voucher “perché non combattono il lavoro nero, anzi, il loro abuso determina una sommersione anziché un’emersione del lavoro nero e irregolare”. Per questo, il sindacato chiede il referendum per l’abrogazione dei voucher usati in maniera “flessibile” ed illegittima.
2.
Licenziamenti
Secondo la normativa vigente, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. Il sindacato chiede il referendum per il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende sotto i 15 dipendenti, fino a 5 dipendenti. Nel caso in cui ciò avvenga in un’azienda con meno di 5 addetti, il reintegro non sarà automatico ma a discrezione del giudice. In caso di reintegro, sarà il lavoratore a scegliere il risarcimento congruo o il rientro. “Il referendum - dice la Cgil - vuole ripristinare un principio fondamentale di giustizia nel lavoro”.
Secondo la normativa vigente, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. Il sindacato chiede il referendum per il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende sotto i 15 dipendenti, fino a 5 dipendenti. Nel caso in cui ciò avvenga in un’azienda con meno di 5 addetti, il reintegro non sarà automatico ma a discrezione del giudice. In caso di reintegro, sarà il lavoratore a scegliere il risarcimento congruo o il rientro. “Il referendum - dice la Cgil - vuole ripristinare un principio fondamentale di giustizia nel lavoro”.
3.
Appalti
L’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti vuole difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando la tutela dell’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo. L’obiettivo, in questo caso, è rendere il regime di responsabilità “solidale omogeneo”, applicabile in favore di tutti i lavoratori a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro. “Ripristiniamo la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore - chiede la Cgil -, garantiamo la stessa dignità a tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, contribuiscono alla crescita aziendale”.
L’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti vuole difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando la tutela dell’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo. L’obiettivo, in questo caso, è rendere il regime di responsabilità “solidale omogeneo”, applicabile in favore di tutti i lavoratori a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro. “Ripristiniamo la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore - chiede la Cgil -, garantiamo la stessa dignità a tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, contribuiscono alla crescita aziendale”.
martedì 20 dicembre 2016
Voucher: entità, Poletti, e i dati di Lombardia e Veneto
Quasi
quattro miliardi di euro. Tanto valgono i 387 milioni di voucher venduti dal
2008, primo anno di sperimentazione, fino allo scorso settembre. I buoni lavoro
esentasse da 10 euro lordi - 7 euro e mezzo netti, tolti i mini contributi e la
quota Inail - da quando crescono al galoppo bruciando di mese in mese ogni
record storico, grazie alla liberalizzazione della legge Fornero nel 2012 (che
li estese ad ogni ambito) e al generoso innalzamento del tetto deciso dal
governo Renzi (da 5 mila a 7 euro all'anno), si sono guadagnati la triste fama
di "nuova frontiera del precariato".
Uno dei tre referendum proposti dalla Cgil - e sulla cui ammissibilità si esprimerà la Corte Costituzionale a partire dall'11 gennaio - ne chiede l'abrogazione.
Uno dei tre referendum proposti dalla Cgil - e sulla cui ammissibilità si esprimerà la Corte Costituzionale a partire dall'11 gennaio - ne chiede l'abrogazione.
Il ministro del Lavoro Poletti è in attesa di
leggere il primo report sulla tracciabilità dei buoni (arriverà nei primi
giorni di gennaio), obbligatoria dall'8 ottobre, come deterrente per il lavoro
nero mascherato dai voucher: il datore di lavoro deve inviare un sms o una mail
almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione all'Ispettorato nazionale,
pena una sanzione da 400 a 2.400 euro. Se il risultato non sarà buono, in
mancanza cioè di "una sensibile diminuzione" nella vendita dei
ticket, spiegano i tecnici del dicastero, allora si metterà mano alla
normativa, rendendola più severa.
La situazione nei territori sembra però allarmante. Le Regioni che più fanno uso dei buoni sono le più produttive. Dopo la Lombardia (con 20 milioni venduti nei primi nove mesi) c'è il Veneto (con 18 milioni).
La situazione nei territori sembra però allarmante. Le Regioni che più fanno uso dei buoni sono le più produttive. Dopo la Lombardia (con 20 milioni venduti nei primi nove mesi) c'è il Veneto (con 18 milioni).
Da
un servizio su:
lunedì 19 dicembre 2016
Le sorprese dell’uovo Kinder
Lavorano 13
ore al giorno, in condizioni igenico-sanitarie precarie
guadagnando poco più di quattro euro, ogni mille ovetti Kinder riempiti con la sorpresa. Venticinque
centesimi all’ora che si traducono in sfruttamento e schiavitù.
E’ quello che sono costrette a subire intere famiglie rumene,
compresi bambini di appena sei anni, che spinti
dalla miseria e dalla povertà, accettano di tutto. Lo denuncia il
quotidiano britannico The Sun in un’inchiesta che svela cosa si nasconde dietro
le sorprese degli ovetti Kinder che arrivano negli scaffali dei nostri
supermercati.
In pratica, il fornitore ufficiale Ferrero subappalta il
confezionamento delle sorprese a un’altra azienda, la quale affida a sua volta,
il lavoro a queste famiglie che lavorano in casa...
prosegui per la notizia tradotta in italiano su ...
immagine qui riportata – sorprese – fotocomposizione
di Liborio Mastrosimone
domenica 18 dicembre 2016
Milano, un lavoro sperando nella neve
Ancora aperto il bando Amsa per assumere lavoratori
stagionali da destinare alla rimozione della neve. L'azienda municipale cerca
lavoratori aggiuntivi da impiegare in caso di nevicate abbondanti.
Tutte le persone interessate possono dare la propria disponibilità a collaborare registrandosi sul sito internet
Tutte le persone interessate possono dare la propria disponibilità a collaborare registrandosi sul sito internet
Le candidature pervenute al momento sono 2mila, ma
l'azienda punta a raggiungere 5mila adesioni.
Il compenso per l'attività di otto ore in caso di servizio prestato in
orario diurno è di 100 euro lordi, corrispondenti a 75 euro netti, e in caso di
lavoro notturno, di 120 euro lordi (90 euro netti). Lavoro ma sperando sempre
in abbondanti nevicate.
sabato 17 dicembre 2016
Per la tutela dei lavoratori autonomi colpiti dal cancro
In Italia vivono circa
3.000.000 di persone che hanno o hanno avuto una diagnosi di cancro, di cui
oltre 700.000 in età lavorativa.
Continuare o riprendere a lavorare è infatti
un’esigenza vitale per il paziente.
L’impatto del cancro sulla vita dei lavoratori
autonomi e dei liberi professionisti è forse ancora più drammatico. Professionisti, consulenti, artigiani,
commercianti, rappresentanti, freelance in molti, troppi casi sono costretti a
chiudere le loro attività o ad indebitarsi per far fronte alla crisi lavorativa
causata dalla malattia e dalle terapie che impediscono o limitano fortemente la
capacità di svolgere il proprio lavoro. La malattia inoltre impatta sull’intera
famiglia e spesso accade che un lavoratore debba assistere il proprio caro
dovendo quindi conciliare i tempi di lavoro con quelli di assistenza.
Mercoledì 14 dicembre 2016,
Afrodite K (Daniela Fregosi) portatrice della petizione per la Tutela dei
lavoratori autonomi colpiti dal cancro, si è recata a Roma alla Camera dei
deputati per sostenere la sua battaglia in un dibattito organizzato da FAVO
(Federazione italiana delle Associazioni Volontariato in Oncologia) – In questa
pagina il resoconto dell’incontro in Parlamento.
venerdì 16 dicembre 2016
La strana alternanza scuola lavoro
Le belle idee e i
soldi buttati: per abbattere il cosiddetto “muro ideologico” che divide la
scuola dal lavoro ecco uno stanziamento di 100 milioni per il capitolo
alternanza scuola-lavoro; ne godranno gli istituti statali, le scuole paritarie
e quelle degli enti locali.
In un paese dove ci sono centinaia di migliaia di
giovani disoccupati a spasso e senza la minima collocazione, che senso hanno le
iniziative di alternanza scuola – lavoro?
Smettetela con queste speculazioni sui giovani;
per dare una occupazione basta un brevissimo corso iniziale per l’introduzione
nelle diverse mansioni e poi procedere all’assunzione, se si vuole veramente
assumere per un lavoro.
Invece si gioca sull’immagine e si spendono
centinaia di milioni per progetti dove spesso si nascondono: l’uso improprio di
mano d’opera gratuita o inutili attività per giustificare la spesa.
Ecco qui un servizio dell’Espresso:
Un obbligo per arrivare all’esame di stato che prevede 400
ore di stage non retribuito per gli istituti tecnici e 200 ore di impieghi
fuori dalle mura scolastiche per i liceali da “consumare” nell’arco del
triennio.
Bello, bellissimo, ma
il trampolino verso le professioni senza adeguate norme di comportamento e
senza concrete possibilità in territori più sfortunati si è trasformato in
altro. Qui di seguito abbiamo raccolto delle storie di ordinario sfruttamento
grazie al dossier dell’Unione degli studenti.
Liceo scientifico “Seguenza” di Messina sono andati a raccogliere le cozze nel lago di Ganzirri.
Agli omologhi del Salvemini di Sorrento è forse andata anche peggio: in un frantoio dove hanno pulito i macchinari.
Per l’aspirante cuoco, l’alternanza scuola-lavoro è partita con le feste di Pasqua. Dall’istituto alberghiero Ipssar De Cecco di Pescara direttamente in un hotel a quattro stelle di Rimini per fare le otto ore di lavoro tra pranzo e cena – e come alloggio in uno scantinato. Alle proteste dello studente, il direttore risponde: “Sono qui per farti lavorare e non per farti da babysitter e poi ci hanno dormito altri ragazzi, cosa vuoi tu?”».
Leggere tutto il servizio su:
Liceo scientifico “Seguenza” di Messina sono andati a raccogliere le cozze nel lago di Ganzirri.
Agli omologhi del Salvemini di Sorrento è forse andata anche peggio: in un frantoio dove hanno pulito i macchinari.
Per l’aspirante cuoco, l’alternanza scuola-lavoro è partita con le feste di Pasqua. Dall’istituto alberghiero Ipssar De Cecco di Pescara direttamente in un hotel a quattro stelle di Rimini per fare le otto ore di lavoro tra pranzo e cena – e come alloggio in uno scantinato. Alle proteste dello studente, il direttore risponde: “Sono qui per farti lavorare e non per farti da babysitter e poi ci hanno dormito altri ragazzi, cosa vuoi tu?”».
Leggere tutto il servizio su:
giovedì 15 dicembre 2016
In dieci anni povertà + 141%
In dieci anni un balzo
drammatico: povertà: più 141 per cento.
Oggi, infatti, 4,6 milioni di persone vivono nell'indigenza assoluta:
quasi l'8% della popolazione residente in Italia. Basti pensare che erano poco
meno di 2 milioni nel 2005 (il 3,3% del totale).
Dati elaborati da Openpolis (in collaborazione
con ActionAid) per Repubblica.it, la
probabilità di essere poveri è cresciuta soprattutto tra chi si trova ai
margini del mercato del lavoro, come i giovani e coloro che sono in cerca di
occupazione.
Emerge pure che spesso il lavoro - per come si è configurato dopo la
crisi - a volte non basta a mettere al riparo da ristrettezze e immiserimenti.
mercoledì 14 dicembre 2016
Thyssen, depositate le motivazioni sentenza di condanna
“ NON venne fatto alcun
investimento in sicurezza nonostante i numerosi motivi di allarme».
I manager erano «informati e adesivi di tali scelte»
La quarta sezione penale
della Cassazione, spiegando perché il 13 maggio scorso ha confermato la
sentenza del maggio 2015 della Corte d’Assise d’appello di Torino, parla di
«scellerate strategie aziendali» e di una «serie impressionante di violazioni a
regole cautelari nel settore della programmazione, prevenzione e adozione di
sistemi antinfortunistici».
Continua su:
Un
altro post su questo blog su Thyssen
http://creapaneelavoro.blogspot.it/2016/12/thyssen-nove-anni-da-quella-strage.htmlmartedì 13 dicembre 2016
URGENTE: l’Art. 38 per tutti i disoccupati
Chiamiamolo reddito di cittadinanza, chiamiamolo indennità di
disoccupazione generalizzata; chiamiamolo come accidente vogliamo; ma è urgente
ed è contemplato nell’art. 38 della Costituzione
Art. 38. Ogni
cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha
diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati
mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia,
invalidita` e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e
all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed
istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata e`
libera.
lunedì 12 dicembre 2016
23 anni e un maledetto Natale
Le morti sul lavoro sono tutte
tremende; ma questa di Matteo Bianchi,
23 anni, intrappolato con la testa nel macchinario per la produzione dei
panettoni porta un’amarezza tutta particolare; questo giovane lavorava per questo Natale, per la nostra festa
Era addetto ai forni, turno di notte, in una fabbrica di panettoni dove lavora anche la madre; ancora
qualche giorno di lavoro e il 17 dicembre il suo contratto da lavoratore
stagionale sarebbe scaduto. Qualcosa è
accaduto, e sicuramente lavorava per vivere.
Da la Repubblica
del 3 dicembre 2016
domenica 11 dicembre 2016
e se arrivano i referendum sul lavoro?
Dopo la fine della riforma
costituzionale potrebbe arrivare la fine del Jobs Act.
I
fascicoli con le firme (3milioni e trecentomila firme) sono stati depositati in
Cassazione e in questi giorni dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale:
in caso di esito positivo e di ammissibilità della proposta di indire un
referendum abrogativo sul Jobs Act e sulle regole attuali sul licenziamento si
andrà a votare, verosimilmente, entro la metà
del 2017.
CONTENUTI
DEI REFERENDUM
*Ripristinare l’articolo 18, abrogando
le novità introdotte dal Jobs Act sul licenziamento e sui cosiddetti
“licenziamenti economici”.
*L’abrogazione del lavoro accessorio
mediante Voucher
*Ripristinare la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante,
in caso di violazioni nei confronti del lavoratore.
sabato 10 dicembre 2016
Lavoro dal zafferano in Sardegna
Lavoro
da un fiore prezioso
A San
Gavino sono impiegati circa 30 ettari di terreno, vengono prodotti circa 200
chilogrammi di stimmi e le persone coinvolte sono all’incirca un centinaio di
produttori circa. Sì, ci sono giovani che si stanno avvicinando a questa realtà
…
venerdì 9 dicembre 2016
terzo trimestre, guai uguali per l’occupazione
DATI ISTAT TRIMESTRALI
DISOCCUPAZIONE
STABILE Il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre 2016 è rimasto
stabile all'11,6% sul secondo.
Resta stabile rispetto al trimestre precedente anche il tasso di
occupazione a 57,3%.
RISALITA
DISOCCUPAZIONE GIOVANI Il tasso di disoccupazione dei giovani
tra i 15 e i 24 anni nel terzo trimestre 2016 risale al 37,5% dal 36,8% del
secondo trimestre.
giovedì 8 dicembre 2016
Oltre un italiano su quattro a rischio povertà
Oltre uno su quattro, il 28,7% delle persone residenti in Italia,
nel 2015 è "a rischio di povertà o esclusione sociale". Lo stima l'Istat. Si tratta di una quota,
scrive l'Istituto, "sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al
28,3%)".
Nel 2015 in termini assoluti in Italia l'Istat stima in 17 milioni
469 mila le persone a rischio povertà o esclusione sociale. Numeri che, scrive
l'Istituto, vedono gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europea 2020
"ancora lontani". Entro il 2020, infatti, l'Italia dovrebbe ridurre
gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila. Oggi la
popolazione esposta è invece "superiore di 4 milioni 587 mila unità
rispetto al target previsto".
Quasi 1 su 2 ovvero quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno
risulta a rischio povertà o esclusione sociale. Lo stima l'Istat
calcolando che nel 2015 la percentuale di esposizione nell'Italia meridionale è
pari al 46,4%, in rialzo sul 2014 (45,6%) e notevolmente maggiore rispetto alla
media nazionale (28,7%).
Il rischio povertà in Sicilia
eppure l’Italia per ricchezza è considerata terza nel mondo http://creapaneelavoro.blogspot.it/2016/12/povera-italia-terza-nel-mondo-per.html
immagine: lunga fila per la distribuzione del pane quotidiano
mercoledì 7 dicembre 2016
Thyssen, a nove anni da quella strage
6 dicembre 2007 – 6 dicembre 2016
I
familiari delle vittime parlano di una "giustizia a metà" e chiedono
l'estradizione per i dirigenti tedeschi, perché "devono essere processati
in Italia e pagare per quello che hanno fatto".
Storia della tragedia e del processomartedì 6 dicembre 2016
su una gru minaccia di gettarsi
licenziato e non pagato, su una gru minaccia di gettarsi
Cronaca
del 5 dicembre 2016
Lavoratore
su una gru alta una trentina di metri minaccia di gettarsi nel vuoto se non
fosse stato pagato per il lavoro svolto.
Villasanta (Monza-Brianza) nel pomeriggio di lunedì 5 dicembre; l’operaio, alle dipendenze di una ditta
subappaltatrice, sarebbe stato licenziato insieme a due colleghi e non avrebbe
ricevuto quanto pattuito. Un vigili del fuoco l’ha convinto a desistere, l’operaio
è stato soccorso per le cure del caso.
lunedì 5 dicembre 2016
Lavoro, diciotto morti in cinque giorni
SI LAVORA PER VIVERE E NON PER
MORIRE
Dopo il martedì nero di
Messina, con tre operai morti sulla nave Sansovino per le esalazioni di
carburante, l'Osservatorio indipendente di Bologna ha contato altre quindici
vittime
Si chiude una
settimana nera per il mondo del lavoro italiano. Dopo la strage di Messina di
martedì, con tre operai morti per le esalazioni di carburante da una cisterna
che stavano pulendo sulla nave Sansovino, l'Osservatorio
indipendente di Bologna ha contato altre quindici
vittime, alcune delle quali giovanissime. Come Matteo Bianchi, di appena 23
anni, che ha perso la vita l'altra notte in un'azienda dolciaria di Torino,
finendo con la testa incastrata in un macchinario. Poche ore prima era toccato
a Domenico Gangemi, anch'egli ventitreenne della Provincia di Reggio Calabria,
caduto sopra la struttura elicoidale del silos di una segheria e morto sul
colpo. A Castelguelfo, in provincia di Bologna, è deceduto Ferdinando Procopio,
53 anni, investito da un muletto, mentre in provincia di Vibo Valentia si è
contata un'altra vittima dei trattori: Maurizio Purita di 36 anni è rimasto
schiacciato dal mezzo che stava manovrando. Infine, sull'autostrada A14 un
tamponamento è stato fatale a Claudio Boldrin, autostrasportatore di 50 anni.
«Ma nessuno fa niente»
«Ma come fa la classe
dirigente di un Paese ad assistere senza far nulla alla morte dei suoi figli
migliori?», tuona Carlo Soricelli, 67 anni, metalmeccanico di Bologna in
pensione, che dal primo gennaio 2008 gestisce l'Osservatorio delle morti sul
lavoro. «Ogni giorno - racconta - passo dalle tre alle quattro ore su Internet
per scovare le notizie degli incidenti. Mi sono imposto questa missione, a
titolo assolutamente volontario, dopo la tragedia della Thyssen Krupp di
Torino, per onorare i tanti, troppi lavoratori che perdono la vita. È un
fenomeno intollerabile, ma lo è ancora di più il fatto che nessuno delle
istituzioni abbia mai risposto ai miei appelli. Non chiedo nulla, mi basterebbe
un cenno di apprezzamento da parte del governo o del Parlamento. Sarebbe il
segnale che, invece, queste tragedie coinvolgono tutto il Paese».
Questo blog Crea pane e Lavoro, raccomanda a tutti
i lavoratori e ai disoccupati di seguire il blog di Carlo Soricelli in modo che
possa diventare un punto di riferimento di una grande
BATTAGLIA PER LA VITA SUL LAVORO
Denunce in aumento
Stando ai dati
pubblicati dall'Inail sul proprio sito, nei primi nove mesi del 2016 sono
aumentate le denunce di infortunio. Dalle 463.189 dello stesso periodo del
2015, si è passati a 470.924, con un incremento dell'1,67%. In crescita del
3,39% anche le malattie professionali denunciate, mentre sono in calo del
12,03% le denunce di incidente mortale: 753 rispetto alle 856 del 2015. Ad
oggi, invece, l'Osservatorio di Bologna ha documentato 592 morti nei luoghi di
lavoro e oltre 1.300 considerando anche i decessi sulle strade e in itinere,
cioè lungo il tragitto casa-lavoro.
la pagina face book collegata
al blog
domenica 4 dicembre 2016
Povera Italia, terza nel mondo per ricchezza
Nonostante che la recessione morde da cinque anni, l’Italia si
conferma sul podio mondiale delle economie più ricche al mondo secondo la
classifica dal Credit Suisse nella quinta edizione del Global Wealth Report.
Lo studio mostra che la ricchezza media di ogni adulto in Italia
si attesta a 142mila dollari a metà dell’anno in corso con un aumento del 9,6%
rispetto ai dodici mesi precedenti.
Al primo posto l’Australia con 225mila dollari, poi il Belgio
con 173. Altre due paesi europei al quarto e quinto posto, Francia e Gran
Bretagna, rispettivamente con 141mila e 131mila dollari.
Solo in ottava posizione la Svizzera con 107mila dollari, ma in
termini di ricchezza media gli elvetici si confermano al primo posto con una
ricchezza individuale di 581mila dollari, mentre l’Italia esce dalla top ten.
Balzano al quarto posto gli Stati Uniti con 348mila dollari,
preceduti solo da Australia (431mila dollari per ogni adulto) e Norvegia con
359mila.
Un link sul rapporto:
Se consideriamo questa
ricchezza di fondo e consideriamo anche tutta la politica di sperpero
confusionario fatta dal Governo Renzi (tra bonus vari e riduzioni di Imu);
possiamo dire che c’erano e ci sono le energie per sostenere un reddito di
cittadinanza o almeno un welfare capace
di tutelare tutti i disoccupati
involontari come recita l’art. 38 della Costituzione.
sabato 3 dicembre 2016
10 mila euro per un posto di lavoro
Certe
notizie danno i brividi a chi non ha un lavoro: Ercolano, 10 mila euro per
avere un posto di lavoro. “In tutti i settori per l'Ospedale del Mare, eh... Ci
sono tantissime richieste. Non solo infermieri, manutenzione, logistica,
sicurezza, tutto... Ormai è una presa della Bastiglia", si vanta il
politico di vecchio corso, senza ovviamente sapere che le micro telecamere di
Striscia la Notizia, ben nascoste, stanno registrando qualcosa che somiglia
molto a un tentativo di corruzione. Verosimile che la Procura, da oggi, chieda
l'acquisizione di quel video.
Nella trasmissione di Striscia il suo volto è coperto, ma fonti qualificate riconoscono in lui il politico già identificato da tempo.
Nella trasmissione di Striscia il suo volto è coperto, ma fonti qualificate riconoscono in lui il politico già identificato da tempo.
Lui, prima avanza la richiesta di denaro
sottobanco per distribuire, a suo dire, posti di lavoro "a tempo
indeterminato". "Dieci", detta lui, secco. E la signora.
"Dieci cioè...". E lui: "Diecimila". Euro. "Sì".
E la signora: "E come, prima di tutta l'operazione? E dove, poi, in una
busta?". Lui quasi si spazientisce: "In una busta, dove vuole.
Riportato
su …
venerdì 2 dicembre 2016
il nostro Panettone in Gran Bretagna
Nella Food Hall di Selfridges,
uno dei migliori grandi magazzini di Londra, le vendite di panettone stanno
superando quelle di pudding 2 a 1. Da Waitrose, grande catena di
supermercati di qualità, le vendite sono aumentate del 56 per cento rispetto
allo scorso anno.
Tutto ciò avviene nonostante
il calo della sterlina provocato dalla vittoria della Brexit che ha di fatto
alzato il prezzo dei prodotti importati.
Ma le nostre eccellenze
devono sempre guardarsi le spalle dalle imitazioni, già comincia
a circolare una versione di panettone “made in Britain”, ovviamente,
ha tutto un altro sapore rispetto all’originale.
Difendere e promuovere con la
qualità i nostri prodotti “made in Italy” è una scelta che corrisponde a lavoro per le
nostre aziende.
http://www.xlifestyle.eu/gran-bretagna-panettone-batte-christmas-pudding/
giovedì 1 dicembre 2016
Costituzione e lavoro
La Costituzione italiana contiene tutti gli elementi per promuovere e
proteggere il lavoro, tutti gli elementi per istituire un welfare diffuso anche
sotto il profilo di un reddito di cittadinanza, compresi elementi per
sviluppare il lavoro autonomo e la piccola impresa artigiana; contiene anche
indicazioni per una economia solidale e per una imposizione fiscale adeguata alla
ricchezza. Dalla lettura della Costituzione comprendiamo quello che è stato
fatto e quello che non è stato ancora fatto ma che deve realizzarsi. Ecco gli
articoli della Costituzione su lavoro ed economia solidale.
Il lavoro come aspetto fondativo
della Repubblica
Art. 1. L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Il lavoro come diritto e dovere
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalita`, e richiede l’adempimento
dei doveri inderogabili di solidarieta` politica, economica e sociale.
L’impegno della Repubblica per
rimuover gli ostacoli economici e favorire la partecipazione dei lavoratori
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignita` sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la liberta` e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Il lavoro come realizzazione
materiale e spirituale
Art. 4. La Repubblica riconosce a
tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le
proprie possibilita` e la propria scelta, una attivita` o una funzione che
concorra al progresso materiale o spirituale della societa`.
L’impegno della Repubblica a
promuovere i diritti dei lavoratori nel mondo
Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed
applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali
intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la liberta` di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla
legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.
La giustizia per il salario e per il
riposo
Art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla
quantita` e qualita` del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a
se´ e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della
giornata lavorativa e` stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al
riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non puo` rinunziarvi.
Parità nel lavoro per le donne e
tutela dei minori
Art. 37. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parita` di
lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua
essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale
adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di eta` per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e
garantisce ad essi, a parita` di lavoro, il diritto alla parita` di
retribuzione.
L’assistenza sociale per invalidi e
disoccupati
Art. 38. Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi
necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che
siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso
di infortunio, malattia, invalidita` e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento
professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti
o integrati dallo Stato. L’assistenza
privata e` libera.
La tutela dei diritti sindacali e di
sciopero
Art. 39. L’organizzazione sindacale e` libera.
Ai sindacati non puo` essere imposto altro obbligo se non la loro
registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
E` condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati
sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati
hanno personalita` giuridica.
Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti,
stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti
gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
Art. 40. Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che
lo regolano
Iniziativa privata libera e in
armonia con l’utilità sociale
Art. 41. L’iniziativa economica privata e` libera.
Non puo` svolgersi in contrasto con l’utilita` sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla liberta`, alla dignita` umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perche´
l’attivita` economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata
a fini sociali.
La proprietà tutelata dalla legge ma
non in contrasto con la funzione sociale
Art. 42. La proprieta` e` pubblica o privata. I beni economici
appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprieta` privata e`
riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di
godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di
renderla accessibile a tutti . La proprieta` privata puo` essere, nei casi
preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse
generale. La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima
e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredita`.
La riserva dello Stato di
nazionalizzare ed intervenire nell’economia per l’interesse generale
Art. 43. A fini di utilita` generale la legge puo` riservare
originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo
Stato, ad enti pubblici o a comunita` di lavoratori o di utenti determinate
imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici
essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere
di preminente interesse generale.
L’intervento dello Stato per
favorire la piccola proprietà terriera
Art. 44. Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di
stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprieta`
terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone
agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del
latifondo e la ricostituzione delle unita` produttive; aiuta la piccola e la
media proprieta`. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.
La promozione della cooperazione e
la promozione dell’artigianato
Art. 45. La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione
a carattere di mutualita` e senza fini di speculazione privata. La legge ne
promuove e favorisce l’incremento con i mezzi piu` idonei e ne assicura, con
gli opportuni controlli, il carattere e le finalita`. La legge provvede alla
tutela e allo sviluppo dell’artigianato.
La partecipazione dei lavoratori alla
gestione delle aziende
Art. 46. Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in
armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto
dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla
gestione delle aziende.
Tutelare il risparmio, favorire la
proprietà dell’abitazione, e stimolare l’investimento azionario
Art. 47. La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue
forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce
l’accesso del risparmio popolare alla proprieta` dell’abitazione, alla
proprieta` diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario
nei grandi complessi produttivi del Paese.
Un sistema fiscale informato a
criteri di progressività
Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione
della loro capacita` contributiva. Il sistema tributario e` informato a criteri
di progressivita`.
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