sabato 7 gennaio 2017

Il rimedio alla povertà dorme al Senato

Il disegno di legge delega contro la povertà che vuole istituire il reddito di inclusione giace in Senato dal 15 luglio 2016.
Alla faccia dell’urgenza: il Governo Renzi aveva cominciato a parlare di quella misura dal febbraio 2016, e fece approvare alla Camera il disegno di legge delega che avrebbe dovuto spalmare un po’ di miseria per colmare la miseria.
Per il momento ci sono disposizione 600 milioni per il 2016 e poco più di un miliardo per ciascuno degli anni 2017 e 2018 che rappresentano i fondi stanziati dalla legge di stabilità 2016. Troppo poco per ipotizzare che possa usufruirne la totalità della platea delle famiglie indigenti. Come rilevato anche dal servizio bilancio del senato, se si dovesse suddividere il plafond sulla totalità dei 4,6 milioni di individui in povertà assoluta si otterrebbe un importo medio unitario del beneficio pari a circa 230 euro annui a regime (circa 20 euro mensili) che salirebbe a 660 euro annui (55 euro mensili) qualora si prenda a riferimento il numero di famiglie.
Questo il testo del Governo sul reddito d’inclusione presentato dal Ministro Poletti
Questo il testo sul reddito di cittadinanza presentato del movimento cinque stelle dal 29 OTTOBRE 2013 ed osteggiato dal Governo
Era evidente che le opposizioni avrebbero contrastato,  defindendole insufficienti,  le misure previste dal ministro Poletti con il suo reddito d’inclusione;  il ritardo in Senato era prevedibile, ma il Governo ha preferito non percorrere la via del decreto legge per urgenza; la povertà ovviamente non è urgente per chi non l’ha; e nel contempo si può scaricare la responsabilità sulle opposizioni.


Per i post recenti o in evidenza di Crea pane e lavoro vai all’ Home page

Nessun commento:

Posta un commento

Tutti i commenti e i contributi sono benvenuti, la redazione si riserva, in via di autotutela, di eliminare commenti che incitano alla violenza o con carattere offensivo verso terzi.