venerdì 1 settembre 2017

Quei 23 milioni di occupati

L’ISTAT ci dice che: "Il numero di occupati ha superato il livello di 23 milioni di unità,
soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell'inizio della lunga crisi". Grande esultanza del Capo del Governo, del suo Ministro del Lavoro e dell’ex Capo di Governo Renzi che intende aggiudicare il risultato alla  sua normativa del Jobsact.
Proviamo un attimo a ragionare sul dato: 23 milioni e 63mila persone lavorano nel nostro paese; quindi se l’altra parte del paese è fatta di bambini, vecchi e casalinghe, possiamo dire che siamo in un paese di quasi piena occupazione, un paese che non ha più problemi di lavoro. Non si comprende perché nel paese ci siano più di 4 milioni di persone in grave condizione di povertà. E non si comprende perché ci sta ancora nel luglio 2017 un 11,3% di disoccupazione.
Spiegare l’arcano è abbastanza semplice, basta guardare a come vengono misurati i dati Istat rispetto all’occupazione?
 “È considerato occupato se nella settimana di riferimento dell’indagine ha lavorato almeno un’ora”
Quindi in quei 23 milioni ci stanno quelli che lavorano tutto l’anno, quelli che lavorano solo pochi mesi l’anno, quelli lavorano pochi giorni in un anno, fino a quelli che hanno lavorato nella settimana dell’indagine sono un’ora.
Se i 23 milioni di occupati nell’indagine del 2008 erano prevalentemente occupati stabili, non possiamo certo dire che lo sono quelli dell’indagine del 2017. I 23 milioni di allora non sono i 23 milioni di oggi, dopo quasi un decennio di crisi che ha precarizzato il mondo del lavoro.
Certo, tra i buoni propositi del Governo c’era la stabilizzazione, ma purtroppo è stato un risultato raggiunto per pochi; e gli stessi stabilizzati non hanno più le stesse garanzie del 2008 su posto di lavoro. (f.z.)
Dati e notizie su:
Il tasso di disoccupazione sale a luglio all'11,3%. L'Istat segnala un aumento di 0,2 punti percentuali da giugno. Anche il tasso di disoccupazione giovanile aumenta a luglio e si attesta al 35,5%, in crescita di 0,3 punti da giugno. Il tasso di disoccupazione si accompagna a una crescita dell'occupazione grazie all'aumento delle persone attive nel mercato. Tocca infatti il minimo storico il tasso degli inattivi, che scende al 34,4% (-0,3%), il livello più basso dal 2004.

A crescere soprattutto gli occupati over 50 anche grazie all'aumento dell'età per l'accesso alla pensione, mentre l'aumento della disoccupazione nell'ultimo mese coinvolge esclusivamente le donne (+4,6%) a fronte di una stabilità tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione maschile si attesta al 10,3% (-0,1 punti percentuali), mentre quello femminile sale al 12,8% (+0,5 punti).

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