giovedì 26 gennaio 2017

CGIL: voucher strumento malato da abrogare

Dal documento consegnato oggi (giovedì 26 gennaio) dalla Cgil nazionale nel corso dell'audizione in Commissione Lavoro della Camera
 “Quello dei voucher è uno strumento malato, irriformabile e da abrogare, per queste ragioni avanziamo una proposta diversa”. È quanto si legge nel documento consegnato oggi (giovedì 26 gennaio) dalla Cgil nazionale nel corso dell'audizione in Commissione Lavoro della Camera in materia di disciplina del lavoro accessorio. I voucher si sono nei fatti “trasformati in uno strumento prevalente di regolazione del secondo lavoro o in un'alternativa a contratti subordinati, in particolare agli stagionali e ai part- time”. Dai più sono stati visti “come una possibilità di sostituzione di forme garantite di lavoro”, rappresentando dunque “una nuova frontiera della precarietà”.
La proposta della Cgil “mira a ridisegnare la natura giuridica dello strumento, chiedendo l'abrogazione delle attuali norme e dunque valutando insufficienti i correttivi che mantengano in essere, pur ridimensionando perimetri e ambiti di utilizzo, l'attuale disciplina del lavoro accessario”. Nella proposta di legge d'iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro”, spiega la Cgil, agli articoli 80 e 81 “parliamo di lavoro subordinato occasionale, il quale è oggetto di prestazioni di natura meramente occasionale quali piccoli lavori di tipo domestico, compresi l'insegnamento privato supplementare, i piccoli lavori di giardinaggio e l'assistenza domiciliare occasionale ai bambini e alle persone anziane, malate o con handicap, oppure per la realizzazione da parte di privati di manifestazioni sociali , sportive, culturali o caritatevoli di piccole entità”.
La proposta, inoltre, circoscrive “la platea di chi può svolgere tale lavoro occasionale, quali studenti, inoccupati, pensionati, disoccupati non percettori di forme previdenziali obbligatorie di integrazione al reddito o di trattamenti di disoccupazione, anche se extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia nei sei mesi successivi alla perdita del lavoro”. Il singolo lavoratore, si legge ancora, può essere occupato “presso lo stesso datore di lavoro, in virtù di uno o più contratti di lavoro subordinato occasionale, per un periodo di tempo complessivamente non superiore a 40 giorni nel corso dell’anno solare, e i relativi compensi non possono essere superiori a 2.500 euro”.

Nel corso dell’audizione la Cgil ha detto di “riconoscersi con la proposta di legge C. 4214, primo firmatario Airaudo”, e ha ribadito di essere “assolutamente contraria” alle ipotesi che stanno circolando “di interventi correttivi alla disciplina vigente che vedrebbero possibile il mantenimento dell’attuale disciplina, oggi utilizzabile sostanzialmente in tutti i settori produttivi, con l’introduzione di utilizzo in ragione delle dimensioni delle imprese”.
Da
http://www.rassegna.it/articoli/strumento-malato-e-da-abrogare
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